lunedì 4 giugno 2007

Museo di storia naturale


Il Museo Pavese di Scienze Naturali fu fondato nel 1771 da Lazzaro Spallanzani, abate e naturalista che per trent'anni (1769-1799) profuse il suo talento di docente e ricercatore presso l'Università di Pavia.
Le prime raccolte, inviate da Vienna a Pavia per espressa volontà dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, trovarono una provvisoria sistemazione presso il Collegio Ghislieri (1771).
Per il veloce accrescersi delle collezioni acquisite o raccolte dallo stesso Spallanzani durante i suoi viaggi, il Museo, che contava già una sezione di Zoologia e una di Mineralogia, fu trasferito nel 1775 in alcune sale del Palazzo dell'Università dove i reperti vennero ordinati secondo la classificazione linneana.
Nel 1780 il museo contava oltre 20.000 esemplari giunti a Pavia da ogni dove e destinati ad aumentare per l'incessante ricerca di materiale a scopo didattico.

Del periodo spallanzaniano si conservano tra gli altri: la collezione di vermi viscerali acquistata nel 1781 dal pastore Giovanni Goeze di Quedlimburgo; esemplari di rettili, anfibi e pesci della collezione Van Hoey del 1784; un enorme coccodrillo del Nilo regalato dal conte Giacomo Sannazzari nel 1782; un delfino del 1790 proveniente dai mari siciliani; un ippopotamo giunto da Mantova nel 1783; un urangutan del 1786.

"Oh quanto mi ha dato nel genio le novella da lei recatami dell'ourang-outan ch'Ella ha acquistato per Pavia! Nella nomenclatura delle simie, e nella storia di esse io voglio impegnare dalla cattedra sei in sette lezioni, ma non poteva su questo importante argomento fare ostensioni a miei scolari, per mancanza di esemplari, non avendo io che qualche piccola simmia delle più vulgari. Il rarissimo animale da Lei provveduto verrà molto al proposito, quando in avvenire dovrò parlare delle stesse materie, per essere l'orang-outang quell'anello che lega insieme gli animali con l'uomo. Questo sol pezzo vale per mille, e ai suoi lumi, al suo zelo pel Museo di Pavia si deve tutta l'obbligazione".
Così Spallanzani ringraziava Sperges per il prezioso dono.

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